
«Allo spuntare dell’alba partimmo da Colloredo. Il sole indorava come un vecchio amico i merli del castello e l’orologio della torre, e il mare di colline che si stende dinnanzi ad essa sorrideva come un bambino al sorriso del padre»
Ippolito Nievo
È con queste parole che lo scrittore Ippolito Nievo in una lettera descriveva Colloredo di Monte Albano, luogo dove trascorse la sua infanzia, dove passò lunghi periodi e qui si dedicò attivamente alla produzione letteraria, delineando nella mente quello che fu il suo capolavoro, Le confessioni d'un italiano.
Ed è in questo territorio che si possono riscoprire i sapori di una volta, quelli che rischiano di andare perduti. Fra i dolci pendii delle colline moreniche, coccolati dalle leggere brezze che scendono dalle montagne, sono allevati i “Cajs di Coloret”, le Chiocciole di Colloredo, secondo il sistema più naturale possibile. Una lunga storia accompagna questo mollusco, consumato già in età preistorica, allevato e cucinato al tempo di Greci e Romani (Apicio nel suo “De Re Conquinaria” descrive quattro ricette con le Cocleas), a momenti disprezzato, a momenti piatto rinomato, attualmente viene considerato un prodotto di nicchia per la nostra regione, che ne ha visto sempre un consumo moderato.

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